Archivi categoria: Storia dell’Architettura e dell’Urbanistica

Parametri meccanici delle murature esistenti – Circolare 617/09

Metto qui a disposizione un foglio Excel con cui poter stimare i parametri meccanici delle murature esistenti secondo la classificazione della Circolare al punto C8A.2. In alcuni casi di LC3, per i moduli di elasticità la Circolare lascia libera scelta all’utente in funzione del numero di prove effettuate, mentre negli altri casi no. I valori sono già al netto dei fattori di confidenza, pronti da essere usati nei calcoli. Come al solito, io ho fatto quanto possibile per non avere errori ma ci possono sempre stare, quindi questo come gli altri fogli sono molto utili per avere un raffronto di cose fatte a mano e viceversa, una sorta di doppio controllo per evitare errori grossolani.

Parametri Meccanici murature esistenti – Protetto

La password del foglio è XYZ per evitare modifiche accidentali.

L’Acquedotto Mediceo di Asciano – Il caso di studio della Fontina di Pratale

“La città di Pisa ha sempre avuto un rapporto particolare con l’acqua: il suo destino ed il suo aspetto sono sempre stati legati come un doppio filo a questa caratteristica del territorio, declinata in varie forme come sbocco sul mare, come laguna, come pianura, come padule. Non è pertanto possibile scindere un’opera idrica da un’altra, storiograficamente parlando, perché sarebbe una visione troppo parziale e troppo tecnica di un singolo aspetto, quando appare evidente una natura sociale e politica di ogni intervento idrico, posta sempre in essere da uno degli organi più potenti ed antichi di Pisa, l’Ufficio dei Fiumi e Fossi. Si intende perciò, per parlare di una singola opera come l’Acquedotto Mediceo, cercare di dare prima un quadro generale da un punto di vista storico, per poi addentrarsi sempre più nel passato, nelle tecniche costruttive e nelle problematiche storiche fino ad elaborare delle proposte di intervento specifiche sull’Acquedotto stesso per alcune arcate in corrispondenza della via di Pratale. Tale lavoro quindi si è necessariamente focalizzato più sul tracciato su arcate che su altre strutture ugualmente o più interessanti e pregevoli da un punto di vista tecnico-architettonico, come si possono riscontrare nella parte di monte, nelle opere di presa e di distribuzione urbana: tuttavia, il tracciato su archi risulta la parte più riconoscibile, il maggior segno architettonico che l’acquedotto ha tracciato nel territorio pisano, e pertanto trova in tale contesto il suo più grande significato.”

 

ELABORATI PROGETTUALI:

 

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Questo piccolo contributo, sviluppato in ambito universitario, si inserisce nel rinnovato interesse della città di Pisa verso uno dei suoi monumenti che sicuramente fanno meno rumore (oggi) da un punto di vista turistico, ma a cui evidentemente le persone si sentono in qualche modo legate, facendo da cordone ombelicale fra la città, la campagna ed i monti, inserendosi in un contesto paesaggistico molto bello quale quello della piana pisana. La sua disponibilità online è fatta in quest’ottica di attenzione, cura e diffusione del materiale storico, al fine di catalizzare l’interesse di più persone. L’acquedotto mediceo è oggetto d’interesse oltre per il Comune di Pisa, anche per il Comitato cittadino “Salviamo l’acquedotto mediceo”, mentre l’opera più completa e recente scritta su tale argomento è senza dubbio il libro dell’architetto Massimo Gasperini “Il principe, la città, l’acqua” edito da ETS (il libro inoltre ha anche il grande pregio di avere immagini di qualità molto elevata, specie per quanto riguarda la documentazione storica) il cui autore principale si interessa attivamente da anni all’acquedotto e alle sue condizioni, proponendo anche progetti per il suo effettivo riutilizzo in forme diverse da quelle originarie.

Infine, si riporta un documento fondamentale del secolo scorso, che probabilmente ha riacceso l’attenzione sull’acquedotto: si tratta delle pagine scritte da Orella Giannessi, nel ’67. Queste pagine, sebbene costituiscano un volumetto pubblicato dal Comune di Pisa, è stato messo online in quanto si pensa che non sia coperto da diritto d’autore. Se così fosse, una segnalazione è gradita.

Andrea Albero – Edoardo Banchieri – Luca Luperini

Meccanismi di Collasso di un Arco

Gli archi sono  una soluzione architettonica e statica ricorrente specie nelle architetture del passato: pertanto, per studiare in maniera adeguata un manufatto di tale specie, occorre anche avere la conoscenza storica delle tecniche di progettazione e dimensionamento del passato, utili anche a comprendere (specie nelle sue più recenti evoluzioni) il comportamento di un arco “a conci” (sempre desumibile dall’arco iniziale in base ad un’opportuna suddivisione) da un punto di vista statico, e poterlo pertanto analizzare anche manualmente. Ho effettuato tale trattazione rispetto ad una relazione di studio dell’Acquedotto mediceo di Asciano, cioè una struttura su arcate in muratura con prevalente sviluppo longitudinale, e pertanto sono coinvolti anche meccanismi di collasso fuori piano, che però non verranno esposti in tale articolo in quanto esulano dal suo scopo.

Ipotesi di base semplificative per il materiale composito muratura[1]:

  • Presenta una resistenza a trazione trascurabile
  • La muratura, per carichi non elevati risulta infinitamente resistente a compressione
  • Si trascurano fenomeni di scorrimento fra i conci

Sotto tali ipotesi, sono state sviluppate storicamente numerose “regole” e meccanismi empirici per lo studio degli archi, ed in particolare, si ricordano[2]:

  • Regola di Leonardo da Vinci: “l’arco non si romperà se la corda dell’archi di fori non toccherà l’arco di dentro”A

– Regola geometrica di Leonardo da Vinci, da (Del Punta A.A. 2012-2013), p. 115

  • Regola di Padre Deran: consiste nel suddividere l’intradosso dell’arco fino ai piedritti con 3 corde di uguale lunghezza, e su tale costruzione geometrica stimare lo spessore del piedrittoB

– Regola geometrica di Padre Deran, da (Boscotrecase L. 2006), p. 239

Tali regole benché prive di qualunque fondamento scientifico, risultano conservative per la resistenza degli archi. Inoltre, probabilmente erano i metodi più conosciuti al tempo di costruzione dell’acquedotto (perlomeno, quella di Leonardo da Vinci per ovvi motivi cronologici, mentre la regola di Padre Deran a quanto risulta dal Dictionnaire raisonné de l’Architecture di Viollet-Le-Duc era di comune uso in tutto il XVI secolo, facendola risalire ai costruttori gotici[3]), quindi possono illustrare i criteri guida nella costruzione dell’acquedotto.

I meccanismi di collasso sono stati studiati in maniera più scientifica solamente dal XVIII secolo in poi, di cui si ricordano soprattutto:

  • Rottura per scivolamento (De La Hire e De Belidor): in tale meccanismo la calotta superiore scivola, determinando un collasso con 3 corpi rigidi (individuati a 45° dal centro dell’arco) con rotazione dei piedritti:CD

– Rottura dell’arco per scivolamento, da (Boscotrecase L. 2006), pp. 239-240

  • Rottura per flessione (Mascheroni): tale meccanismo è forse il più comune nella rottura per archi, e comporta la formazione di tre cerniere con fessurazioni alternate fra intradosso ed estradosso e quindi un meccanismo a 4 corpi rigidi, individuati dalla chiave dell’arco e dalle reni a 30° rispetto al centro dell’arco:

EF

– Rottura per flessione dell’arco, da (Boscotrecase L. 2006), pp. 240-241

In teoria, il meccanismo di collasso più frequente viste le assunzioni, dovrebbe essere la rottura per scivolamento, ma tale ipotesi è affetta dall’ipotesi di attrito nullo: ciò ovviamente non risulta vero, pertanto nel meccanismo di De La Hire vi è una forza “raddrizzante” di F, che fa sì che il meccanismo di rottura più comune sia proprio quello di Mascheroni[4].

Il problema dell’arco si è considerato risolto dopo gli studi di Navier e Méry: in particolare, si tratta di rendere l’arco isostatico imponendo delle cerniere plastiche nelle zone maggiormente sollecitate a flessione (quindi, secondo il modello di Mascheroni, in chiave e alle reni dell’arco); una volta effettuato, si prende in considerazione solo la parte fra le reni dell’arco, e per un discorso di simmetria si studia solamente metà di questo arco. A questo punto si suddivide la parte in oggetto in 6-10 conci e si procede in questo modo:

  • Calcolo per ogni concio la risultante verticale, derivante dal peso proprio del concio e i carichi verticali sovrastanti
  • Si costruisce il poligono funicolare e si calcola la risultante R e la sua retta d’applicazione
  • Si impone una situazione ideale dove la risultante H in chiave passi per il terzo medio superiore e la risultante S passi per il terzo medio inferiore alle reni.
  • Si impone che le rette d’azione di H ed S si intersechino in un punto O, appartenente alla retta d’azione di R
  • Dal poligono funicolare, conoscendo H ed S, si costruisce la curva delle pressioni
  • Si riporta la curva delle pressioni sull’arco in oggetto: se tale curva è sempre contenuta entro il terzo medio di tutti i conci, l’arco è stabile

Il metodo di Méry comunque, per quanto valido, presenta il limite di potersi applicare esclusivamente ad archi a tutto sesto; tuttavia, è il primo metodo (grafico) che consente di conoscere in ogni concio le tensioni effettive, ed eventualmente applicare la teoria dei solidi non reagenti a trazione per il calcolo a rottura del singolo concio.

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– Il metodo di Méry

Recentemente (1982[5]), è stato proposto dal prof. Jacques Heyman un ulteriore criterio grafico di stabilità degli archi, che non è soggetto alle limitazioni di Méry e che sfrutta la plasticità; infatti si considera che la stabilità di un arco sia sempre compresa fra questi due schemi limite[6]:

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– Schemi limite di collasso di un arco con la curva delle pressioni, da (Heyman, The Stone Skeleton 1995), p. 17.

Tale criterio si può enunciare in tale maniera: “Se esiste una linea delle pressioni per l’arco completo che sia in equilibrio con i carichi applicati, incluso il peso proprio, e che risulti ovunque interna allo spessore dell’arco in ogni punto e in corrispondenza di ogni sezione, allora l’arco può considerarsi in condizioni di sicurezza”. Come si può vedere, la somiglianza con il criterio di Leonardo da Vinci, perlomeno da un punto di vista intuitivo, è notevole ed indice del genio fiorentino, che sprovvisto della cultura scientifica moderna enunciò un principio quanto più simile possibile a quello di Heyman per l’epoca in cui visse.

A fronte di ciò, giova anche ragionare su come è possibile modificare la curva delle pressioni e quindi la resistenza di un arco: in generale infatti non è possibile modificare eccessivamente la geometria degli archi esistenti, pertanto sempre in generale l’intervento più facile su un arco esistente consiste nel risanamento della muratura e della sezione originale dell’arco, anche con addizioni, al fine di aumentare la sezione dell’arco. Altri interventi possibili (cioè che non comportano delle perturbazioni estreme dell’esistente) sono la modifica dei carichi agenti sull’arco: diminuendo o aumentando i carichi infatti la curva delle pressioni cambia la sua posizione, a favore o a sfavore a seconda della calibrazione dei carichi. Possono anche essere introdotti dei “carichi ricentranti”, cioè con funzione di dare alla curva delle pressioni un percorso più favorevole: è di tale tipologia l’intervento dell’arco armato[7], cioè l’inserimento di cavi posti in trazione, opportunamente ancorati all’arco o all’estradosso (anche in semplice appoggio) o all’intradosso (in questo caso l’uso di tasselli post-inseriti diventa essenziale), e questi possono scaricare o alla base dell’arco o alla base dei piedritti. Tale intervento risulta particolarmente efficace per il meccanismo di rottura a flessione, nonché particolarmente adatto ad eventuali interventi di ricentramento sull’acquedotto Mediceo, unitamente al ripristino della sezione muraria, mentre appare impossibile perseguire la strada della modifica dei carichi, in quanto costituiti attualmente quasi interamente dal peso proprio. Ancora, altri interventi più invasivi come quelli già effettuati in molte arcate nella parte vicina al monte, quali tamponature piene sarebbero (salvo casi di pericolo imminente) possibilmente da evitare se non supportate da adeguati studi, primo fra tutto quello del terreno e della fondazione, sia in relazione al carattere architettonico dell’opera (gli esempi esistenti hanno dato prova di un rispetto pressoché nullo di tale valore, ma piuttosto hanno messo in luce che la provvisoria messa in sicurezza può diventare definitiva) sia in relazione al fatto che tali interventi possono addirittura peggiorare la situazione, favorendo invece con la loro massa e la loro eventuale rotazione fuori piano un altro meccanismo di collasso degli archi proprio delle strutture come gli acquedotti su arcate, e cioè il collasso fuori piano a causa dei cedimenti. Inoltre, sempre relativamente ai cedimenti, è possibile che un peso maggiore su un’area di terreno di bassa resistenza può condizionare e favorire i cedimenti di un’area più vasta, comprendente anche dei piedritti. Un ultimo effetto negativo che si verifica in particolare nei tamponamenti degli archi pieni, è quello di aumentare l’area direttamente investita dal vento, favorendo anche qui il ribaltamento fuori piano; questo effetto si accentua notevolmente in caso di fuoripiombo pre-esistenti all’inserimento della tamponatura, determinando una sezione reagente al momento ribaltante veramente esigua[8]. In caso di sisma, la situazione diventa evidentemente ancora più pericolosa.

Segnalo inoltre che sul sito del prof. Gelfi è presente un programma (Arco.zip) che consente il calcolo della curva delle pressioni una volta definita la geometria ed i carichi gravanti sull’arco, opportunamente diviso in conci, con il metodo di Méry.

Per l’analisi degli altri meccanismi di collasso che possono caratterizzare l’acquedotto mediceo e le strutture ad esso assimilabili, si rimanda (oltre alla già citata Del Punta, A. A. 2012-2013) soprattutto a Croce P., Holicky M., et al. Operational methods for the assessment and management of aging infrastructures, Pisa: Tipografia Editrice Pisana, 2015 (liberamente scaricabile al link, afferente al Progetto Leonardo a livello europeo), dove vengono descritte in dettaglio nel Cap. 9 e nell’Annex F. le analisi effettuate sull’acquedotto. Degli estratti di tale capitolo sono stati pubblicati sulla rivista GALILEO (ISSN:1827-7764) edita dalla (non più esistente) Felici Editore, in un ciclo di tre articoli (2014-n° 3, 2015 n° 1 e 2) dove si vede che tale studio è frutto di una collaborazione fra Croce P., Beconcini M.L., Muzzi M. e Rosso E.

 

AGGIORNAMENTO: ho pubblicato integralmente il lavoro svolto sull’Acquedotto Mediceo di Asciano, da cui è tratto quanto sopra. Questo è il link.


Bibliografia essenziale:

[1] Cfr. Heyman, J. The Stone Skeleton. Cambridge: Cambridge University Press, 1995, p. 14. Dovranno poi esser verificate a posteriori (ad esempio, in caso di collasso per scivolamento, la terza ipotesi non è verificata).

[2] Cfr. Boscotrecase L., Piccarreta F. Edifici in muratura in zona sismica. Palermo: Dario Flaccovio, 2006, pp. 237-241, e Del Punta, A. «Indagine storico-costruttiva e tecniche di consolidamento dell’Acquedotto Mediceo di Pisa.» Tesi di Laurea. Università di Pisa: C.d.LS in Ingegneria Edile, A.A. 2012-2013,  pp. 115-117

[3] Cfr. (Boscotrecase L. 2006), p. 239.

[4] Cfr. (Boscotrecase L. 2006), p. 241

[5] Cfr. Heyman, J. The Masonry Arch. New York: John Wiley & Sons, 1982.

[6] Cfr. (Heyman, The Stone Skeleton 1995), p. 17.

[7] Cfr. Jurina, L. «L’arco armato nel consolidamento di archi e volte in muratura.» Recupero e Conservazione (n° 33), 2000: 54-61.

[8] Cfr. (Del Punta A.A. 2012-2013), pp. 134-135.

Libri storici dell’Architettura

Esistono alcuni libri d’architettura, classici dell’architettura, che hanno formato e su cui hanno studiato generazioni di architetti (intesi nell’accezione pre-ottocentesca di arte del costruire), ed il confronto con essi appare inevitabile, sia dal punto di vista formale sia da quello strutturale. Tento di raccogliere qua alcuni di questi testi, liberamente accessibili, aggiornando il post di continuo:

 

Trattato Teorico e Pratico dell’Arte di Edificare – Jean Baptiste Rondelet

I Quattro Libri dell’Architettura – Andrea Palladio

I Libro dell’Architettura – Marco Vitruvio Pollione, restituito in stampa da Baldassarre Orsini

I 7 Libri dell’Architettura – Opera di Sebastiano Serlio

 

La Toscana e la cartografia storica, i catasti storici, gli archivi, le banche dati e le risorse online storiche ed attuali

Questo post vuole essere una raccolta di risorse ed eventuali guide e/o inventari d’archivio per ricerche storiche, che sono sicuramente di grandissimo aiuto a chiunque intenda studiare la storia della Toscana, soprattutto nei suoi aspetti territoriali, architettonici, urbanistici ed edilizi. Nell’articolo ho inserito anche dei riferimenti a portali di carattere nazionale ma di grande valore, e lo aggiornerò di tanto in tanto.

 

RISORSE STORICHE:

Inventario dell’Ufficio Fiumi e Fossi di Pisa : una guida per barcamenarsi nell’A.S.P., estremamente utile anche per sapere dove cercare in base all’epoca di interesse.

Archivitoscana.it : un portale che aiuta a comprendere e ricercare le strutture archivistiche e le relative risorse.

Repetti – Dizionario storico-geografico della Toscana, ricerca nel database : questo progetto dell’Unisi, oltre a mettere online il testo OCR del famoso Dizionario, permette la ricerca anche per toponimi, abbinando quindi uno schema cartografico di localizzazione geografica con tutte le notizie ad esso inerenti contenute nell’opera del Repetti.

CASTORE – CAtasti STOrici REgionali della Toscana: ambizioso e perfettamente riuscito progetto della Regione Toscana dove sono stati riuniti i fogli dei catasti storici regionali presi da numerosi fondi, così da creare una cartografia storica continua. È possibile selezionare l’epoca. Inoltre, è presente l’interessantissima funzione “macchina del tempo” che permette di visionare le fotografie aeree di una determinata area, in vari anni (ad esempio: 1954-1978-1988-1996-2007-2010-2013).

IGM Ancient :  è il sito dell’archivio cartografico storico digitalizzato dell’Istituto Geografico Miliatare Italiano. Contiene numerosissime mappe e cartografie antiche.

Cartografia Storica della Toscana: il sito toscanatirrenica.it  mette a disposizione una ricca raccolta di disegni e cartografie storiche della Toscana, scansionate dai relativi Archivi e Fondi. Sono presenti anche interessantissime note e descrizioni delle relative mappe, che possono arricchire la ricerca.

ASICT – Atlante Storico-Iconografico delle Città Toscane: il portale ASICT dell’Unipi contiene un grande archivio di scansioni a colori di piante, carte e disegni riguardanti le città toscane. È presente anche qua una ricca descrizione di ogni documento.

ImagoTusciae : questo portale realizzato dalla Regione Toscana mette a disposizione numerose cartografie storiche della Toscana dall’A.S.P., A.S.F. ed altri fondi. Molto ricco e dettagliato, anch’esso presenta note e descrizioni indispensabili.

Territori : un altro eccellente portale di cartografia storica come i precedenti, ma a livello nazionale. È realizzato dal Ministero dei Beni Culturali, ed attualmente è un work-in-progress, attualmente è presente solo la documentazione relativa agli Archivi di Stato di Genova, La Spezia, Milano, Trieste e Venezia.

BNCF : banca dati contenente le digitalizzazioni di numerose cartografie storiche conservate nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, con (attualmente) 892 mappe del Fondo Palatino e 250 carte manoscritte varie del XV-XVII e XVIII secolo.

Biblioteca Marciana : è il sito della Biblioteca Marciana di Venezia con il suo patrimonio cartografico digitalizzato.

AST : questo progetto, realizzato dalla SNS, si propone per la digitalizzazione degli archivi storici toscani.

Catasto Leopoldino Livornese : il SIT (Sistema Informativo Territoriale) mette a disposizione una riunione di fogli del Catasto Leopoldino del territorio livornese.

Catasti Livornesi storici ED attuali georefenziati : il portale ORIENTAPASSI mette a disposizione una raccolta georeferenziata dei catasti storici livornesi, permettendo la sovrapposizione con numerose fonti anche attuali di mappatura. I pulsanti sulla destra “+” permettono di scegliere le varie opzioni.

MAPPAproject : il portale MAPPAproject.it (Metodologie Applicate alla Predittività del Potenziale Archeologico) mette a disposizione numerose risorse e pubblicazioni per la ricostruzione del territorio (in particolare pisano) dal punto di vista storiografico, in funzione sia della predittività archeologica sia dell’eventuale studio dell’area.

Atlante Zuccagni-Orlandini : si possono rinvenire numerose vedute di moltissimi luoghi italiani, fra cui anche della Toscana.

Grandtour BNCF : portale della BNCF di Firenze dedicato agli itinerari di viaggio soprattutto Ottocenteschi, ma anche di altre epoche. Contiene numerose risorse, scansioni ed immagini dei vari testi con interessanti opzioni di ricerca geografica.

RISORSE MODERNE:

Archivio storico della Direzione Urbanistica di Pisa : sono presenti i P.R.G. Pera-Clemente (’57) e Dodi-Piccinato (’65) di Pisa, una ricostruzione dell’evoluzione dell’edificato del centro storico dal 1834 al 1996 e altri documenti storici riguardanti Pisa.

L’architettura in Toscana dal 1945 ad oggi : il portale architetturatoscana.it mette a disposizione un’ottima banca dati non propriamente di cartografia storica, ma una sorta di inventario geografico delle architetture più rilevanti in Toscana realizzate dal 1945 ad oggi, con una buona descrizione per ogni opera, con bibliografia annessa.

IGM Voli : in questa sezione il portale IGM consente di visionare a bassa risoluzione (88 dpi) le varie aerofoto effettuate dal 1942 ad oggi. Per eventuali ingrandimenti o risoluzioni migliori, bisogna contattare l’IGM ed ottenerli a pagamento.

Arkinforma : interessantissimo blog a cura del Sistema Bibliotecario di Architettura di Firenze, dove vengono via via presentate numerosissime e interessanti risorse relative al Dipartimento afferente, per ricerche ed informazioni.

SBA – Risorse Web Free : pagina dell’Università di Pisa piena di link interessanti (cataloghi online, banche dati, archivi, etc etc…) cui riferirsi per fare ricerche di qualunque tipo, non solo prettamente storiche ma anche scientifiche.

SIT Pisa : il Sistema Informativo Territoriale di Pisa mette a disposizione i dati cartografici ed informativi più recenti riguardo alla Provincia di Pisa.

SITA – Regione Toscana : consente di consultare la C.T.R. in maniera interattiva.

Sira-ARPAT : questo portale dell’ARPAT consente di effettuare ricerche dirette sull’idrografia toscana attuale.

GeoPortale Nazionale : questo portale consente di accedere ad informazioni geologiche riguardanti l’intera Italia.

 

Libri storici della Toscana

Riporto qui di seguito il download di alcuni libri storici riguardanti la Toscana, tutti in pdf e ricercabili. In generale si tratta di libri scansionati su cui è decaduto il diritto d’autore*, tranne che per il Repetti, frutto di un progetto più grande di digitalizzazione dell’opera stessa e della ricreazione di scenari storico-geografici da parte dell’Università di Siena.

L’elenco verrà aggiornato di volta in volta, pertanto è un post destinato a crescere nel tempo. Se inoltre avete qualche libro da richiedere, mandatemi una mail e se possibile lo troverò ed inserirò.

I libri contengono quasi sempre solo testo, le immagini è necessario ricercarle attraverso o la consultazione diretta oppure tramite banche dati storiche (vedi post).

 

Viaggio Pittorico nella toscana – Francesco Fontani – Firenze, vol. III, 3° edizione – 1827, per Vincenzo Batelli e comp.

Descrizione storica e artistica di Pisa e de’ suoi contorni – Ranieri Grassi – Pisa, Parte Artistica, Sezione I – 1837, presso Ranieri Prosperi

Pisa illustrata nelle Arti del Disegno – Alessandro da Morrona – Livorno, vol. III, 2° edizione – 1812, presso Giovanni Marenigh

Stato antico, e moderno ovvero Origine di Livorno in Toscana dalla sua fondazione fino all’anno MDCXXXXVI – F. Agostino Santelli sull’Opera di Niccola Magri – Firenze, vol. I, 1769, per Gaetano Cambiagi

Guida storica ed artistica della città e dei contorni di Livorno – Giuseppe Piombanti – Livorno – 1873, Gio. Marini Editore, Tipografia Vannini

Dizionario di persone e cose Livornesi – Giovanni Wiquel – Edizione con riconoscimento OCR a cura di Elio Chirici, Livorno,_pubblicazione a puntate sulla rivista “La Canaviglia”, Ugo Bastogi Editore

Dizionario Geografico-Fisico-Storico della Toscana – Opera di Emanuele Repetti – Firenze, [vol.I – 1833, vol.II – 1835, vol. III – 1839, vol. IV – 1841, vol. V – 1843, vol. VI – 1845], A. Tofani Editore

Breve relazione delle cose notabili della città di Siena – Galgano Saracini – Siena – 1815, presso Stamperia Mucci (NO OCR)

Cenni storico-artistici di Siena e suoi suburbi – Ettore Romagnoli – Siena – 1840, presso Onorato Porri

 

*: io riporto in buona fede quanto sopra, se vi fossero problemi o altro non esistate a contattarmi.

Aggiornamento: tutte le altre fonti di informazione storica che avevo postato sono state raccolte nell’articolo  “La Toscana e la cartografia storica, i catasti storici, gli archivi, le banche dati e le risorse online storiche ed attuali

Lo sviluppo urbanistico e sociologico di Livorno fino alla sua fondazione

La città di Livorno ha conosciuto il suo massimo splendore nei primi secoli immediatamente dopo la fondazione, riuscendo a svilupparsi in una realtà ingombrante come quella Toscana partendo da un villaggio di pescatori. Per i più la storia di Livorno comincia dalla fondazione fiorentina, ma è possibile dimostrare che in realtà la sua storia parte da molto più lontano ed è sempre stata offuscata e spesso inglobata nella storia di Pisa, rimanendone comunque marcatamente lontana visto l’atteggiamento pisano nei confronti di tale suo avamposto. Si intende quindi approfondire l’aspetto meno noto della storia di Livorno, e mostrare come la sua nascita sia principalmente il frutto delle tensioni politiche ed economiche del Tirreno, dove la città stessa è completamente in balìa degli avvenimenti esterni utilizzata più come prospettiva e minaccia economica che altro, fino al dominio fiorentino ma soprattutto alla concezione unitaria di Toscana di Cosimo I de’ Medici e ai suoi due figli, Francesco I e Ferdinando I.

[…continua..]

DOWNLOAD

Aggiornamento: al fine di poter estendere le ricerche individuali su Livorno, segnalo l’interessante sito dell’Associazione Culturale “Livorno Come Era”. Inoltre, una piccola e sicuramente incompleta bibliografia su Livorno e dei suoi contorni può essere trovata (oltre che nel documento che ho realizzato) anche qua.